Avere e cacciare con un bracco italiano : una passione che non tramonta mai.
La passione di avere e cacciare con un bracco italiano ha sempre accompagnato la mia vita privata e di cacciatore e di conseguenza oltre due terzi della mia esistenza.
Io personalmente, avere e/o cacciare con un bracco italiano o uno spinone, l’ho sempre considerato, perdonatemi se manco di umiltá, come una carta da visita; una referenza dove implicitamente spesso si rispecchia tutta una filosofia di vita e di comportamento della persona e del cacciatore.
Che non mi si fraintenda, io non sto qui a discriminare nessuno.
Ho incontrato moltissime simpatiche e ottime persone che avevano e cacciavano con setter, breton, poiter e altro e che amavano moltissimo i loro cani, addiritura a volte con esagerata antropoformizzazione, ma qui, in questo articolo, io voglio solamente parlare di quelle deduzioni personali ottenute analizzando me stesso e osservando coloro che per scelta avevano deciso di avere e cacciare con un bracco italiano.
Avere e cacciare con un bracco italiano:
alcune considerazioni
Nella mia vita di amatore della razza, di cacciatore e nella mia attivitá di organizzatore venatorio ho avuto modo di incontrare molti cacciatori, amici e/o clienti; tra cui molti che avevano o che nella caccia si portavano appresso il loro braccone.
In tutti questi incontri, osservando, ascoltando e comparando i comportamenti, le idee, gli atteggiamenti comuni in cui io stesso spesso mi identificavo, ho dedotto quanto a seguito cercheró di spiegare.
Incominciamo analizzando quali sono gli ingredienti comuni di base che ho riscontrato in quasi tutti coloro che avevano preferito il bracco italiano, sottolineando che il “preferire” definisce una libera scelta della persona, scelta che eventualmente si riconfermerá nei cani che accompagneranno la sua vita e la sua attivitá venatoria (nel mio caso e fino ad oggi: sei volte)
– Avere e cacciare con un bracco italiano
Primo : amore e rispetto per la natura.
Nella parola”natura” io includo automaticamente il concetto di “vita”.
In effetti ció che comunemente chiamiamo “natura” é soprattutto una organizzazione di vite interagenti in un ecosistema.
Con amore e rispetto della “natura/vita” intendo tutte le vite … alias: tutto ció che vive!
Se ci riferiamo in particolare ai cacciatori allora va aggiunto che la vita é un dono meraviglioso che deve essere apprezzato e rispettato anche se riferito alla starna o al beccaccino che stiamo cacciando.
Fermo restando che il ruolo di preda e predatore é intrinseco nella vita e la regola del “sopravvivi e riproduci” é il motore imposto dal DNA stesso per perpetuare la razza e la sua evoluzione, oggi, e in particolare nel mondo occidentale, la “predazione” si fa al supermercato.
Pagando e sorvolando ipocritamente sul fatto che il quel prezzo é compreso anche il lavoro della soppressione effettuata , spesso crudelmente, dai macelli e sorvolando con leggerezza sul tipo di vita disumano che era stato imposto agli animali macellati.
Il cacciatore del terzo millennio si deve rendere conto che la caccia é, si! la sua passione, ma non piú ragione di sopravvivenza e quindi da svolgersi adeguandola alla realtá di un ecosistema giá da noi fortemente danneggiato.
Di conseguenza saper limitare i suoi atti predatori, magari valorizzando e degustando anche gli altri valori ad essa congiunti.
Per ridurre il tutto in sintesi cito un bellissimo commento di Pierre Malbec pronunciato durante una riunione del Club della Beccaccia in Francia:
“cacciare molto di piú, uccidendo molto di meno”.
– Avere e cacciare con un bracco italiano
Secondo: attitudine verso il nostro compagno/amico cane.
Il cane non é un oggetto o, se é per caccia, uno strumento per fare carniere.
Prendersi un cane non é solo un atto d’acquisto di una proprietá o di una donazione (..se il cane é stato regalato), esso é soprattutto un atto di “adozione”.
Anche un cane é vivo e bisogna prenderne coscienza e responsabilitá. Tra l’altro, esso é stato da noi selezionato nei millenni non solo per cacciare o fare la guardia ma soprattutto per amare gli uomini, addiruttura preferendoci ai suoi stessi simili.
Un cane ha bisogno di attenzioni, affetto, rispetto, gioia e assistenza, non é un utensile che quando non serve lo si sbatte da qualche parte fino al prossimo uso!
La fedeltá, l’amore e le soddisfazioni (..quelle ci sono se gli abbiamo insegnato bene perché, se queste mancano o sono poche, la colpa normalmente é da imputarsi al maestro!) che si ricevono da un cane sono moltissime e ció deve comportare, se amarlo par troppo, un minimo di gratitudine.
– Avere e cacciare con un bracco italiano
Terzo e riferito soprattutto ai cacciatori: sensibiltá d’animo
Qui stiamo lasciando i ragionamenti e l’analisi logica e ci avventuriamo nel profondo dell’anima.
Siamo al bivio.
Questo é il punto in cui la differenza di scelta tra i diversi ausiliari é condizionata dal carattere e dalla personalitá della persona.
Certo!
Ci si puó divertire ad argomentare: …questa razza é meglio perché va piú veloce! …No, é meglio questa perché va piano e perde meno!…troppo pesante! …troppo leggero!…..bla..bla..bla e chiaramente esitono sempre dei reali presupposti che favoriscono l’impiego di una determinata razza per un determinato lavoro.
Ma tutti anche sappiamo che esistono ottimi cani e cani mediocri in tutte le razze …. cani scandenti anche, ma io sono convinto nella vericitá del detto: “ogni cacciatore ha il cane che si merita” per cui come gia sopra citato: la colpa normalmente ricade sul maestro!
No!
A parer mio la scelta in questo bivio la detta l’anima o se preferite la personalitá del cacciatore.
Vediamo di analizzarlo questo personaggio.
Sotto la grinta burbera e steriotipica comune (quasi d’obbligo) a quasi tutti i cacciatori, esso spesso nasconde una sensibilitá sempre ricettiva alle emozioni e alle persone intorno a lui.
Gentilezza e discrezione addolciscono un carattere comunque deciso e ben definito che non ha timore di fare scelte anche insolite e controversiali.
Romantico nel profondo dell’intimo e facile alla commozione e alla simpatia, rimane prudente nei confronti delle innovazioni e, l’ammirazione per le cose tradizionali, lo fanno spesso apparire addirittura nostalgico.
Degustatore e amante della buona cucina, magari casalinga e accompagnata da un buon vino, ma soprattutto un esteta.
Andatura armonica, trotto possente, eleganza nel prendere il vento, fervore nelle guidate, lo mandano in estasi; la calma, il ragionamento, lo stile del suo compagno lo affascinano e la storia di una razza che sprofonda nel tempo fino alle nobili famiglie dei Medici degli Sforza e fors’anche piú giú alla Roma imperiale, lo innorgogliscono e se ne distingue come con un vessillo.
Ma é soprattutto la dolcezza del carattere, quell’espressione semi umana di ragionamento calmo e calcolato, quell’atteggiamento filosofico con occhi d’ambra con cui ti guarda e ti comunica il suo amore e la sua adorazione …
Ma ragazzi! Questi sono elementi che ti penetrano dentro, direttamente nell’anima e …. a questo punto?
..Bhe! Qui e semplicemente, scatta la scelta della direzione da prendere nel bivio.
Un video interessante sul carattere e il comportamento del bracco italiano:
Siti raccomandati :
http://www.ilbraccoitaliano.org/it/bracco-italiano-ita.html
http://www.allevamentopolcevera.com