Questa è la seconda parte di un articolo dedicato all’alimentazione del cane. Se volete potete leggere la prima parte dell’articolo dal link seguente: Alimentazione del cane: parte 1

Riprendiamo e proseguiamo il discorso….


E se questo non bastasse, ci sono anche quelle sigle piccole piccole, quasi illeggibili, scritte sulle confezioni, come per esempio ”E” seguita da numeri che vanno da modesto 100 al lontano 1520.

Ma attenzione che non c’é scritto anche che ”E” significa :

Pericoloso! La sostanza puó, in forti dosi, essere, per effetto cumulativo e nel corso degli anni, eventualmente responsabile di disturbi e malattie gravi

….. ma tu pensa che credevo volesse dire Europa! Mi sono sentito dire da un amico.

E mi riferisco anche a quegli additivi innocenti e allo stesso tempo quasi rassicuranti come: ”aromi naturali” ”ipoalergenico” ”monoproteico” ma che nascondono significati del tipo:

sostanza cancerogena, tossica, allergetica.

E ultima ma non meno pericolosa: ”corragenina” (quel ”ina” la fa sembrare quasi tenera e dolce!)

Ma in realtá é un addensate che favorisce il cancro (NB: ce la propinano anche a noi umani!)

Ma dato che lo sanno quasi tutti che é cancerogena, nelle inicazioni viene spesso mascherata in altre formule.

Tutto passa inosservato! … Inosservato da noi e naturalmente anche ai nostri cani ( non sanno leggere!) ma loro, a differenza di noi, se le mangiano!

E qui chiudiamo il sacco.

Come mai noi, che presumo sappiamo tutti leggere (…gli altri sono scusati!), nell’era dello ”smartphone” e di ”internet” non leggiamo e, se non capiamo, non ci documentiamo?

Ignoranza? Faciloneria? Negligenza?

Si, anche! Ma soprattutto: ”COMODITÁ”

I piú preferiscono ignorare che sapere …troppo scomodo; altri, magari sotto sotto imbarazzati, diventano aggressivi e sbottare con: … che cavolo, ma sono dei cani, non sono mica essere umani!

Si certo! Non sono della specie umana ma sono animali come me, te e i nostri vicini di casa;

vivono l’unica vita che hanno amandoci, aiutandoci e dandoci un sacco di soddisfazioni ( … se non ce le danno ricordatevi che é sicuramente colpa nostra).

Ma non pensate che se non per diritto almeno per pietá si dovrebbe cercare di aiutarli a campare un pó piú a lungo anche quando l’energia scema per l’incombere dell’etá e molto spesso anche accelerata grazie all’uso indiscriminato che noi gli abbiamo chiesto?

Ma riuscite ad immaginarvi che palle se deveste mangiare per tutta la vita quelle dannatissime e monotone crocchette? Tutti! I santi! Giorni! … e magari pure poche perché sono del tipo ”molto energetiche”?

E qui state sicuri che di nuovo esce: …ma sono cani! Loro non sanno cosa sia una fiorentina o le salsicce alla griglia o il paté de foie …anzi sicuramemte é roba che gli fa male; ..io ho sentito dire che é puro veleno.

Bla..bla..bla!

Certo che gli fará male se il suo stomaco non ci é abituato ma credetemi che ci si abitua …e molto velocemente!

Ai miei cani, che giá da cuccioli non gli negavo il piacere di una dieta variata, questo problema non si é mai presentato!

E ripeto che, non solo sono campati a lungo, ma ci siamo divertiti assieme praticamente fino alla fine del loro viaggio.

Anche noi fino a poche centinaia d’anni fá (…ma anche adesso!) mangiavamo schifezze e non sapevamo cosa era l’antrecoté o il filet mignon; ma campavamo a mala pena fino a 50 anni!

Poi abbiamo imparato e adesso ne viviamo 100 di anni (… si fa per dire!).

Oggi mangiamo ”gourmé” e giriamo con l’ultimo modello dell’Iphone;

cacciamo con l’ultra leggero della Beretta foderati di ”goretex” e tecnologia ….ma …. e il nostro cane?

Lui che é li, sempre pronto a farvi le feste, a massacrarsi per trovarvi un forcello o la beccaccia, ad elemosinare una carezza appoggiando la testa sulla vostra mano ….a lui niente?

Ah no! scusate: ”crocchette”?

Certo non dico di dargli ”filet mignon” che comunque non l’apprezzerebbe come noi in quanto ha le papille gustative diverse dalle nostre (…tra l’altro non percepiscono il sale) ma io, hai miei cani, poiché li amavo e gli ero riconoscente, ho sempre cercato, oltre a dargli da mangiare giusto, anche di rallegrargli la vita.

Dieta con carne, trippa, fegato, pesce o altro e sempre dividendogli i pasti due volte al giorno per assimilare meglio.

Certo che per far questo bisogna dedicargli un pó piú di tempo;

certo che costa un pó piú di fatica (,,,ma non di soldi credetemi!);

Ma basta solo farsi un bel esame di coscenza ….. con sensibilitá e amore!

…. Ah, io gli do delle crocchette di marca perché gli piacciono di piú e sono EC..CEZ..ZIO..NALI!

Questa é la risposta piú frequente che ascolto quando porgo la domanda:

..ma cosa mangia il tuo cane?

Certamente a prima vista, nulla di sbagliato sul cibo del quadrupede anzi un un fregio di prestigio con quel ”di marca”, ma proviamo ad analizzare un pó piú profondamente l’argomento.

Partiamo dicendo che ho sempre avuto cani (molti) di stazza ”35 chili con l’osso” e, come sappiamo tutti, i cani grossi sono normalmente quelli che ci lasciano prima.

Ebbene, vi posso garantire due cose:

Primo: che sono campati tutti fino alla veneranda etá di 14/15 anni; tutti tranne uno che morí di una leishmaniosi contratta in Italia prima dell’acquisto e sconosciuta completamente (a quei tempi) da me o dai veterinari svedesi.

Secondo: che ho cacciato con soddisfazione con loro fino a 11/12 anni ( certo non avevano più il ”turbo” ma compensavano comunque bene con l’esperienza!)

Come mai mi sento dire cosí spesso: … se ne andato quando era vecchio … a 9 anni.

….Vecchio! … ma insomma signori! Magari anzianotto, ma vecchio?

E perché quando domando la causa del decesso quasi sempre mi sento dire: … un tumore (alias cancro ma in genere si preferisce evitare quella parola terribile!), … sai hai cani vecchi vengono sempre tumori!

Perché, dico io, hai miei non sono mai venuti questi tumori e se ne sono andati solo quando il corpo era cosí vecchio che non ce la facevano piú ad alzarsi?

Fortuna? ..ma, quando il fatto si applica su tutti i miei cani, mi sempra un po tirata come semplice coincidenza.

Dunque vediamo se riuscimo a capire perché la maggioranza dei nostri ausiliari ci lascia cosí precocemente e quasi sempre per lo stesso motivo; tumori alias cancro.

Per iniziare incominciamo con una panoramica su cosa siano ”le crocchette”

(Gli interessati si possono documentare in rete leggendosi una ricerca scientifica sui pericoli celati nelle ”crocchette” www.drdougknueven.com)

Se ne trovano di pollo (per stomachini delicati), di manzo o di maiale ( non per i cani mussulmani), ci sono con riso, pasta o vegetali, ci sono quelle americane (costosissime naturalmente) e ci sono le francesi, poi, per i nazionalisti, c’é anche il ”made in Italy”.

Lasciamo perdere le bandiere in quanto comunque tutti tirano a guadagnare senza scrupoli o ripensamenti, ma il fatto é, signori miei, che bisogna documentarsi attentamente per capire cosa c’é insieme a questi ingredienti e cosa succede quando vengono preparati.

Sulla nostra alimentazione ci sono severi controlli di qualitá che ci proteggono (…mmm, almeno dovrebbero!) ma in quella dei cani? ..o dei gatti e degl’altri animali?

Intanto sappiate che, dopo una indagine della UNRIC (ente statistiche nazioni unite), é stato accertato il seguente:

nel mondo oltre il 50% dei cani non ”randagi” muore prima del decimo anno d’etá per cancro.

Processi di disidratazione ed essiccazione, aggiunte di aromi e conservanti inibiscono il potere delle proteine naturali, proteine che dovranno essere aggiunte in un secondo tempo in quanto altrimenti il cane crepa di fame!

Si! Certo! Bravi! .. ma sono proteine artificiali e quindi create chimicamente in laboratorio e, questo non é scritto nelle indicazioni, non verranno comunque riconosciute come tali (proteine) dal sistema di metabolismo del nostro cane.

Il cane sbaffa tutto e si nutre, ma il suo sistema, pensando erroneamente il contrario, cercherá di supplire a questa falsa carenza alimentare producendo in eccesso enzimi che, oltre non essere necessari (infatti il cane in realtá non sta muorendo di fame!), creano gravosi sovraccarichi su organi importanti come il fegato e i reni.

Ma la cosa piú grave e che questi enzimi confondono il sistema immunitario del quadrupede favorendo la sopravvivenza a un tipo di cellule ”mutate”; cellule che essendo anomale, avranno una altissima probabiltá di, ”agganciate” a qualche organo vitale, generare ….indovinate in po? L’inizio del famoso ”cancro”.

Ed ecco che ci riallacciamo alla affermazione: ” …Si! sai hai cani vecchi vengono sempre tumori”

CONTINUA….

Adesso siamo arrivati alla parte piu importante di questa serie di articoli.

Durante la mia attivitá ho avuto modo di incontrare parecchi cacciatori con cani e di osservare il rapporto esistente tra di loro.

Purtroppo devo dire che il quadro non risulta edificante anzi, nella maggioranza dei casi, deprimente.

Fermo restando che ad un cacciatore é meglio parlare male della moglie che del suo cane (noi organizzatori venatori lo sappiamo molto bene!), quando si lascia la superfice e si scende in il profonditá sull’argomento le cose cambiano.

Se io dovessi buttare lí una stima direi che nel 70% dei casi che osservavo si presentano gravi lacune di comunicazione e di trattamento ( … a discapito dei cani, naturalmente!) arrivando, in peggioramento, ad un 25% di casi veramente inaccettabili e crudeli.

Devo peró aggiungere di aver notato una leggera differenza di rapporto se il cane era usato per caccia generica (starne, fagiani, quaglie, ecc,) o se si trattava di cani particolarmente specializzati su tetraonidi o beccacce.

Per qualche ragione recondita, quando si trattava di questa selvaggina , vedevo che il rapporto tra il cacciatore e il cane presentava un chiaro aumento di cameratismo e rispetto

Ho ragionato molto su questo fatto ( ….. sono un appassionato etologo e quindi del comportamento) e sono arrivato alla conclusione che il cambiamento non dipendeva in modo significante dal cane quanto dal cacciatore.

E a questo punto la domanda é: ..perché?

Ebbene, e chiedo venia a chi non esercita queste cacce , secondo me é la ”passione” del cacciatore che fá la differenza.

In altre parole questa é la formula che mi sono inventato:

  • piú il selvatico é difficile e piú si richiede al cacciatore passione per perseguirlo
  • piú alta é la passione e piú alta é la qualitá del cacciatore
  • piú alta é la qualitá del cacciatore e piú alto é il suo amore per la natura e per la vita

…. E quindi per il su compagno di caccia (il cane).

Specifico che:

  • la definizione ”selvatico difficile” é ottenuta della somma del comportamento dell’animale, del terreno su cui si gioca la partita e, a volte, anche delle condizioni atmosferiche ottimali per quel tipo di caccia.
  • La definizione ”qualitá del cacciatore” é in riferimento alla sua esperienza, quanto tempo dedicato alla caccia, condizioni fisiche, carattere, perseveranza, osservazione,ecc.

Adesso é importante puntualizzare, per non offendere nessuno, che io parlo statisticamente e non nel singolo; ho conosciuto moltissime persone che amavano e rispettavono il loro cane anche se cacciavono solo merli o non cacciavono affatto ma, in un quadro generale, i cani che si dedicavano alle selvaggina ”difficile” in percentuale godevano di una posizione previlegiata con il loro padrone (odio questa parola quando si tratta di cani!).

”Privilegiata” si, ma, ritornando a riferisrsi al 70% negativo di sopra, rimane da vedere quali siano questi ”privilegi” concessi, per cui, nei miei prossimi articoli, spenderemo qualche riga per parlare di questo argomento (alquanto delicato).

ALIMENTAZIONE – ACCUDIMENTO – SENTIMENTO

*** Abbiamo già dedicato altri due articoli a questo argomento. Ecco di seguito i links per chi volesse leggerli ***

Articolo n. 1: Il cane

Articolo n. 2: Cosa non è un cane

 

”….piú conosco gli uomini e piú amo gli animali”.

Purtroppo questa famosa frase puó portare ad un errore di interpretazione che puó influire in modo discriminante nel nostro comportamento nei riguardi del cane . (..ma usabile a nostro comodo e nel prossimo articolo spiegheró il perché)

Per meglio chiarirci le idee io incomincerei vedendo la definizione ufficiale del termine ”ANIMALE”:

Wikipedia: …. Gli animali sono un regno del dominio degli eucarioti. Comprendono circa 1.800.000 specie di organismi classificati, presenti sulla Terra dal periodo ediacarano.

Sono inclusi nel regno animale tutti gli eucarioti con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili durante almeno uno stadio della loro vita. Sono estesi per livello di complessità dai placozoi all’uomo.

Dizionario Garzanti: ….. ogni organismo vivente eterotrofo dotato di sensi e di movimento autonomo:animale ragionevole …

Tradotte in parole piú semplici le due definizioni ci dicono ne piú ne meno che nel regno ”animalis” sono compresi una miriade di speci differenziate solo nella loro complessitá biologica ma comunque tutte appartenenti allo stesso gruppo.

É molto importante per quel che si ripromettono questi articoli stabilire chiaro e indelebile che ”Animali”, signori miei, lo siamo tutti: io, tu, una mosca, il mio vicino di casa e un’ameba … e naturalmente anche il nostro cane.

Aver frainteso o ignorare questo punto, ci puó portare a farci sentire ”eletti”, come se per qualche ragione mistica (forse innestataci da arcaici insegnamenti religiosi) noi fossimo fuori dalla mischia e quindi in diritto di discriminare a priori i nostri meno fortunati compagni di viaggio nel percorso dell’evoluzione; nel nostro caso specifico: i cani .

In merito a questo vorrei suggerire la lettura di un interessante e piacevolissimo raccontino ”…. e l’uomo incontró il cane”, scritto da un famoso biologo austriaco di nome Konrad Lorenz considerato il padre dell’Etologia, alias quel ramo della scienza specializzata sull’analisi comparata del comportamento di tutte le forme di vita e sistenti ed estinte.

I cani, pur appartenendo al regno ”animalis”, sono comunque di specie diversa da quella umana e questo comporta che, non solo non camminano eretti su due gambe o non vanno allo stadio a tifare per la squadra del cuore, ma hanno anche molte altre importanti differenze.

Fino a mezzo secolo fá si pensava che la specie dei cani domestici discendesse dal ”canis aureus” ovvero lo sciacallo dorato ma l’avvento dell tecniche di analisi molecolare sul DNA ha definitivamente accertato la discendenza da un tipo di ”canis lupus” alias lupo grigio da cui si divise 14.900 anni fa.

Metabolismo diverso, sensi diversi, necessitá diverse e un mare d’altro, causano naturalmente: un ragionare e un agire diverso ma, non dimenticiamo che, quel ”diverso” é in riferimento al nostro modo di agire! Per loro é normalissimo!

A peggiorare le cose ed accentuare la discriminazione sopra accennata si aggiunge anche un altro fattore.

Spesso noi umani, quando parliamo o ascoltiamo parole, tendiamo a rimanere condizionati da significati steriotipici tramandati e radicati nelle nostre menti attraverso ”sensi comuni”; il tutto assorbito durante l’infanzia.

Tra questi significati sterotipici , fino a poco tempo fá (… e non solo), la parola ”CANE” era ed é spesso riferita ad attributi negativi del soggetto a cui viene riferita:

Sporco, lurido, puzzolente, sporcaccione, stronzo, sono solo una minima parte degli aggettivi abbinati al nostro sfortunato quadrupede dimenticandosi allegramente che solo alcune centinaia di anni fá, noi non eravamo meglio …anzi spesso peggio (noi siamo anche specializzati in egoismo e crudeltá).

Voglio far notare che un porcospino non si fa il ”bidé” dopo i bisogni corporali e che i ragni non fanno mai la doccia ma, non conoscendoli bene, nessuno si sogna di dire: ..puzzi come un porcospino o sei sporcaccione come un ragno!

La veritá é che, essendo l’animale piú vicino a noi, LUI alias il cane ”ne fa le spese”; purtroppo sarebbero gli aggettivi: dimenticato, derelitto, mendico, misero, trascurato che possono dare un quadro reale per la maggioranza dei cani nel mondo.

È indiscutibile che noi umani, vuoi perché il pollice si sovrappone al mignolo, vuoi perché andando eretti abbiamo ampliato laringe e pliche vocali creando suoni articolati e poi il linguaggio, vuoi perché un soffio divino ci é stato alitato sul muso scimmiesco, abbiamo comunque sviluppato una complessitá di ragionamento che ci ha portato al progresso e alla civitá di oggi.

Ma noi, che pensiamo di avere un processo di ragionamento piú complesso e usiamo fare la doccia tutti i giorni usando dopobarba e vestiti ”armani” per impressionare la finanzata o la moglie del vicino o la segretaria, lo facciamo semplicemente perché lo abbiamo imparato cognitivamente dalla nostra mamma e dai media che ci circondano.

Questo non vuol dire che, se ”LUI” (sia cane, fagiano, ragno o scimpanzé) non lo fá é uno ”zozzone” ma semplicemente al ”LUI” non é stato mai insegnato in quanto non ritenuto necessario nel comportamento della sua specie.

Poiché in natura l’insegnamento e il conseguente comportamento (spesso irreversibile) é appreso prevalentemente dalla madre (sia del cane, fagiano, scimpanzé o del cameriere del bar all’angolo), viene da solo che l’allievo, diventato adulto, agirá di conseguenza a quello che gli era stato insegnato.

Si é speso molte parole sull’intelligenza e la potenzialitá di astrazione del cervello del cane che normalmente viene paragonata a quella di un bambino (umano) di 3 /4 anni, ma, come per altro anche i test sull’intelligenza umana, sono prevalentemente deduzioni statistiche sempre dipendenti dal punto di riferimento.

Immaginiamoci quindi come é facile mal interpretare l’intelligenza di un’altra specie con dei ´”test” costruiti in relazione al nostro modo (umano) di interpretare cose e valori; il cane, la vita, la vede diversamente.

Morale della favola:

l cane che non fá la doccia ogni giorno o peggio si arrotola felice nella ”cacca” si comporta in modo assolutamente normale; il ”puzzolente e zozzone” sará invece sicuramente il cameriere del bar all’angolo se la madre lo aveva educato in merito ma comunque emette miasmi che vi impediscono di gustare la vostra brioche e cappuccino.

Termini come puzza, sporcaccione, lurido ecc. sono sempre in relazione a chi li usa e non sempre combaciano con l’opinione degli altri, sia che siano cani, porcospini o i nostri vicini di casa.

Il cane deve essere interpretato per quello che é realmente e, se questo non ci compiace, bisogna cercare di adattarlo a noi ma sempre con una comunicazione che LUI capisca.

Per ultimo ma per me importantissimo senza mai dimenticarci il perché lo abbiamo selezionato cosí:

essere nostro amico, aiutarci e quindi ….. amarci