Dopo aver stabilito che il TEMPERAMENTO di un soggetto, poiché dettato dai suoi geni, é immutabile fin dal suo concepimento, adesso parleremo della seconda e forse la più importante fase che il nostro cucciolo attraverserá dal momento che ha aperto gli occhi sulle miserie terrene.

Questa è la fase in cui si forma il CARATTERE del soggetto e vediamone qui a seguito il significato letterale della parola.

Wikipedia:

… complesso unitario e organizzato di forme di vita psichica, che dà un’impronta particolare al comportamento dell’individuo. Come tale il carattere è una struttura risultante da una costante interazione tra individuo e ambiente …..

Queste parole girate in un linguaggio piú semplice ci dicono che il CARATTERE di un soggetto si forma attraverso gli eventi che intercorrono nella sua vita.

Ma é anche stato accertato che é soprattutto il periodo che intercorre tra la nascita e la fine della pubertá, dove il cucciolo con il suo TEMPERAMENTO, interpreterá gli eventi che interagiscono con la sua vita e formerá lentamente il suo CARATTERE.

E si! Perché gli eventi dell’ambiente saranno interpretati dal cucciolo sempre attraverso il TEMPERAMENTO che lui si porta ben stampato dentro, per cui temperamenti diversi confrontando gli stessi eventi, porteranno sicuramente a diverse interpretazioni e quindi formazioni di CARATTERI diversi.

Quando arriveremo alla fine della pubertá (c/a nel mese 14) i giochi saranno praticamente fatti ed il CARATTERE del soggetto sará fissato.

Si potrebbe quasi trascrivere in una formula: TEMPERAMENTO + EVENTI = CARATTERE.

Tutte queste parole io le ho scritte per rendere chiara l’importanza che ha il primo periodo della vita del nostro cucciolo (… se pur con tempistiche diverse, anche in noi!) in quanto, dalla formazione del suo CARATTERE alla crescita completa (2/4 anni) si sfaccetteranno tutti i lati di quello che lo distinguerá poi per tutta la vita:

la sua PERSONALITÀ

Dopo un un corto periodo postnatale con la mamma (c/a 60 giorni per i cani e 3 anni per gli umani), dove il cucciolo apprende il suo ”imprintig” canino,

WIKIPEDIA inprinting:

… particolare forma di apprendimento precoce, riscontrabile spec. nei neonati degli Uccelli e dei Mammiferi in una breve fase d’accrescimento (detta ‘periodo sensibile’), per cui essi riconoscono e seguono la madre o un suo surrogato.

con l’arrivo alla fase dello svezzamento che va dai 30 ai 60 giorni di vita il cucciolo si troverá ad un bivio:

1)- rimarrá in un canile (materno, vostro o di un amico ) completando attraverso gli eventi locali il suo CARATTERE e di conseguenza la sua PERSONALITÀ futura;

2)- sará “adottato in casa” da umani e vivrá il resto della sua adolescenza e forse della vita in contatto stretto con loro.

Non penso che ci voglia molto per capire la differenza sostanziale delle due cose i quanto, come detto sopra, stiamo attraversando la fase piú importante nella formazione del CARATTERE e della PERSONALITÁ del cucciolone.

Nel primo caso: il cucciolo é preso e/o tenuto in una gabbia con magari altri cani e potrete stare ben sicuri che arrivato alla fine della pubertá e/o e all’etá adulta avrá formato una PERSONALITÀ decisamente da cane.

Nel secondo caso se adottato e tenuto in contatto con noi, fermo restando che abbia avuto la fortuna d’incontrare i giusti “adottatori” (… di questo ne parleremo in seguito nel “LINGUAGGIO & COMUNICAZIONE) avremmo comunque sempre un cane morfomologicamente e geneticamente parlando, ma quel cane avrá sviluppato una PERSONALITÀ piú “umanizzata” che ne renderá molto piú facile la gestione futura.

Cerchiamo di capirci bene su questo punto: io non ho detto “antropoformizzato” che sarebbe una snaturamento ma “umanizzato”.

Lui sicuramente non leggerá il giornale o discuterá di politica con i vostri vicini (… se ci si riferisce a quella italiana e con abbastanza muscoli facciali per poter farlo gli scapperebbe sicuramente da ridere) ma comunque avrá imparato, molto meglio ad interpretarvi e farsi capire che non lo sfortunato che rimane in una gabbia.

Morale della favola: Usi e costumi umani; capirvi e farsi capire; gestirvi e piacervi; amarvi e farsi amare; tutti ottimi ingredienti per una felice e lunga convivenza.

Io, nella mia vita coi bracchi, ho attraversato tutte queste diverse esperienze: ho avuto cuccioli presi a 60 giorni, cuccioloni ad un anno e mezzo e adulti di oltre 5 anni e vi garantisco che, sempre e immancabilmente, ho riscontrato grosse differenze nei risultati della nostra vita in comune.

PS: differenze che, notate bene, non ho mai potuto interamente cambiare nonostante tutta la mia buona volontá.

Sappiamo tutti benissimo che il cucciolo, arrivato che sia al “bivio”, non ha nessun potere decisionale; il tapino é alla mercé del suo destino!

Se ha la fortuna di essere scelto da un umano che vuole un cane non solo per cacciare ma anche per avere un compagno e un amico; beh, …ottime possibilitá di godersi la vita!

Se non incontrerá nessuno o qualcuno che cerca un cane come un mezzo per godersi egoisticamente i risultati che ne derivano (caccia, status, stile) …beh, povero cane!

Per fortuna nella vita non esistono solo i “bianchi” e i “neri” ma anche tutte le diverse gradazioni del “grigio”.

Potrebbe comunque incontrare un umano “sensibile” ma con impedimenti a tenerlo in casa del tipo:

lo spazio, la moglie, le suocere, i figli, le fobie, … ecc.ecc. (il mio punto di vista su ció l’ho giá espresso precedentemente!), per cui non é detto che la sua vita sará un deserto arido e senza amre ed emozioni.

E qui chiudiamo il sacco facendo un veloce riepilogo:

Il cucciolo arrivato alla fine della pubertá (che si protrae tra IL 6 al 14 mese) sui binari del suo CARATTERE completerá il suo CARATTERE, per poi, fino alla fase finale dell’etá di adulto (da 2 a 4 anni) sviluppare la sua PERSONALITÁ e sará proprio questa PERSONALITÁ che lo guiderá nella vita facendogli assumere, nelle diverse sitazioni che essa gli presenterá, un suo particolare COMPORTAMENTO.

Se non vi ho troppo annoiati, nel mio prossimo articolo di “Quattro parole sul Bracco Italiano” tratteró l’argomento COMPORTAMENTO.

Quando si usano queste parole nel linguaggio corrente, spesso esse vengono interpretate come sinonimi e scelte di conseguenza solo a favore della metrica di chi parla.

Ma, poiché in questa serie di articoli io voglio approfondire punti che ritengo essenziali per impostare una buona relazione futura con i nostri amici a quattro zampe, bisognerá prima di tutto mettere in chiaro che “temperamento”-“carattere” – “personalità” sono, per quanto interagenti tra loro, tre cose distinte e con significati diversi.

 

Definizione ufficiale della SABI nei riguardi del Bracco Italiano:

… molto versatile, si adatta magnificamente ad ogni tipo di caccia, ha spiccato istinto di ferma e riporto naturale molto sviluppato. Dotato di ottimo carattere, molto docile, dimostra facilità di apprendimento spontaneo; la sua addestrabilità è buona, soprattutto se sollecitata con dolcezza.

Sono perfettamente d’accordo sulla descrizione della SABI ma la ritengo riferita a quella che si potrebbe paragonare ad una panoramica generale.

Essendo io profondamente convinto che il segreto di una vita in comune felice ( …anche tra noi umani!) sia nello stabilire fin dagli inizi della relazione il giusto linguaggio per comunicare, capire il significato delle tre parole del titolo diventa basilare.

È stato accertato statisticamente che tra due soggetti della stesso gruppo etnico-culturale e quindi linguistico, solamente il 72% delle comunicazioni é realmente capito, questa percentuale diminuisce drasticamente in quei soggetti che non appartengono allo stesso gruppo (55%) e peggio ancora se non parlano la stessa lingua (45%).

Figuriamoci noi cosa succede quando cerchiamo di intenderci con il nostro cane!

Ecco perché, per poter costruire una relazione di intesa ottimale e proficua con il nostro amico quadrupede (… e non solo!), dobbiamo prima capire chi é “lui” e chi siamo “noi” (…e questa spesso puó risultare la parte piú difficile!) e in seguito impostare con intelligenza un linguaggio adeguato per comunicare ed evitare cosí i malintesi accorsi nella “Torre di Babele”.

Per molti questo potrebbe sembrare una perdita di tempo ma (… e chi é in coppia con un partner lo sa giá o, se no, lo saprá a breve!) un buon lavoro iniziale e quindi un chiaro e rapido intendimento, eviterá probabilmente: liti, sputi, divorzi e peggio, in riferimento a coppie umane, e, frustrazioni, dolori e punizioni, in riferimento tra noi e il cane.

Morale della favola: una ottima base per una vita piú felice per tutti ma anche e soprattutto per noi stessi.

Partiamo in ordine cronologico: TEMPERAMENTO.

Definizione letteraria di Wikipedia:

In psicologia e psichiatria il termine temperamento (etimologicamente derivante dal latino temperare, cioè “mescolare”) viene usato per indicare la mescolanza degli aspetti innati della personalità.

“insieme di disposizioni comportamentali presenti sin dalla nascita le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente. Il temperamento riflette dunque una variabilità biologica” (Lingiardi, 1996:118).

“Innati” e “fin dalla nascita”, quindi determinati dai geni stessi che compongono il nostro DNA e quindi penso anche importante aggiungere il significato letterario di “gene”:

… unità funzionale del genoma, localizzata in una zona specifica di un cromosoma ( locus ), responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari, costituito da una sequenza di DNA che codifica una specifica proteina …

Ciò significherebbe che, giá dal momento della concepimento, per ogni animale (… anche noi inclusi!) si formeranno delle soglie tipiche di attivazione alle emozioni e ai sentimenti attivate da alcuni geni presenti nel genoma dei nostri cromosomi.

Mi sembra ovvio concludere che quindi, nei corso dei millenni, l’unica e vera selezione che siamo riusciti ad applicare sui cani e sui nostri bracchi in particolare, era ed é unicamente nella formazione del loro TEMPERAMENTO.

Fin dagli albori della simbiosi “homo et canis”, generazione dopo generazione, abbiamo sistematicamente eliminato quei soggetti che non avevano le caratteristiche desiderate (…non mi soffermo sui possibili sistemi usati ma posso immaginare che, sei io fossi un cane, la parola “selezione” mi farebbe sicuramente venire i brividi!) e favorito il prolificarsi a quelli con presentavano le caratteristiche desiderate, impostando in questo modo un determinato TEMPERAMENTO nelle diverse razze attuali.

Detto ció, é anche importante ricordare che i “selezionatori umani” appartenevano comunque ad un determinato gruppo etnico-sociale e quindi comunque “schiavi” di un TEMPERAMENTO creatosi dalla sopravvivenza.

Per dare un esempio a ció, faccio notare che basta leggere la nostra storia, per riscontrare che chi non aveva i “geni giusti” dimostrando quindi comportamenti “asociali”, veniva automaticamente “isolato” con tutto quello che ne poteva conseguire: difficoltá a “maritarsi”, beffeggio, derisione, esilio se gli andava di lusso, in altro caso: persecuzione, linciaggio, rogo, crocefissione o peggio.

Mongoli, germanici, iberici, britannici, italici e altri; tutti con geni selezionati per convivere con l’habitat e gli “usi e costumi” locali.

Ecco quindi che le varie razze canine, create per scopi diversi (caccia, lavoro, guardia, diletto, ecc.), oltre a una determinata morfologia corporea si portano comunque appresso (… nel TEMPERAMENTO) molte delle caratteristiche stereotipiche di chi li aveva selezionati.

In altre parole, noi Italici, con particolare riferimento “per caccia con cane da ferma”, abbiamo creato il corpo e il TEMPERAMENTO del Bracco Italiano e dello Spinone.

Nel prossimo articolo, stabilita l’influenza culturale sul TEMPERAMENTO, tratteremo il significato del CARATTERE e dell’enorme importanza che esso ha nella formazione della PERSONALITÀ del nostro cane (… e in noi!).